L'Iran secondo IRAN Sheedee Travel.
Gentili viaggiatori se siete alla ricerca di una meta interessante da visitare con una agenzia turistica affidabile e capace di venire incontro a tutte le vostre esigenze ebbene l’avete trovata. La meta è l’Iran, l’antica Persia di Zoroastro, di Ciro, di un lungo tratto della Via della Seta, una nazione con la quale da millenni ci scambiamo cultura e sviluppo. Se cercate anche un paese sicuro, dalla gente cordiale e generosa ebbene l’Iran vi sorprenderà anche per questo. L’agenzia turistica che vi farà godere senza pensieri la vostra esperienza indimenticabile è la IranSheedeeTravel.
Sheedee (cioè, luce) Travel è un’agenzia turistica iraniana fondata a Shiraz nel 2000dal signor Mehdi Yavarnegoon. Fin dalla fondazione i nostri obbiettivi sono stati la completa soddisfazione dei nostri clienti tramite la fornitura di servizi di qualità adattandoli alle richieste dei clienti stessi. Per la qualità dei suoi servizi Sheedee Travel ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali. Nel 2002, 2005, 2014 e 2016 fu riconosciuta come la migliore agenzia turistica della regione di Fars.
Da allora abbiamo acquisito così tanta esperienza che possiamo portarvi in qualunque località dell’Iran, e non solo nelle città dei circuiti classici, per scoprirne la storia, la cultura, i paesaggi, le genti. Ciascuno di voi potrà scegliere il viaggio che più gli aggrada in base al tempo a disposizione, alle possibilità di spesa, al tipo di esperienza che vorrà vivere. Leggi di più...
Costruita dal re sassanide Shapur І nel III° secolo, Neshabur fu all'epoca isalmica capitale del Khorassan. Fu anche, sotto i Selgiuchidi, uno dei grandi centri intellettuali dell'islam. All’insegnamento mistico si aggiunse quello dispensato dal collegio della Nezamiyah, fondato nel XI° secolo dal grande Vasir Nezam ol-molk, dove insegnavano degli scienziati famosi. Nel 1221, i Mongoli sterminarono la popolazione, massacrando perfino i cani ed i gatti e nel simbolo della distruzione della città che aveva resistito loro, livellarono il suolo dove fu seminato dell’orzo. Neishabur era precedentemente una delle tappe della Via della seta.
A 120 km a sud-ovest di Mashad è situata Neishabur dove si trovano le tombe dei poeti Omar Khayyam, Attar e del celebre pittore contemporaneo Kamal olmolk. Le famose cave del turchese di Neishabour sono nel massiccio di Binalud. I più esperti gioiellieri del mondo conoscono la pietra "turchese persiano" di Neishabour considerata come la migliore del mondo. In direzione di Neishabur, si visiteranno i villaggi di Fakhr Davud (un caravanserraglio ed un laboratorio di tappeti) e di Ghadamgah (un luogo di pellegrinaggio). Neishabur conserva oggi la sua vocazione principalmente agricola.
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Il villaggio di Meymand cosi come quelli di Masuleh, Abyaneh e Kandovan sono interessanti per la loro posizione geografica ed il loro stile architettonico. Sono i più bei villaggi dell'Iran. Questo luogo è molto tranquillo poiché la maggior parte degli abitanti è andata via. Tuttavia, i giorni festivi, è visitato dai turisti iraniani ma raramente da turisti stranieri, poiché per la visita occorre fare un giro sacro. Ma a detta di tutti i turisti che lo hanno fatto, ne vale la pena.
Situato nella regione di Kerman, Meymand si trova tra Shahre Babak e Rafsanjan. Una delle particolarità di questo villaggio, è che tutte le abitazioni e tutti i luoghi pubblici sono troglodite. Il villaggio risale al 3° millenio a.C. e nelle montagne di Meymand, si sono scoperti dei disegni rupestri risalenti a circa 9000/12000 anni fa.
Essendo nomade, la popolazione del villaggio cambia di stagione in stagione e vive soprattutto d'allevamento. Contrariamente agli altri nomadi del paese che si muovono due volte all’anno, i nomadi qui si muovono tre volte. In pieno inverno restano nelle grotte, in primavera vanno nei campi agricoli ed nei giardini ed in estate ed in autunno, vivono negli ovili.
Il villaggio conta monumenti storici tutti tagliati nella roccia: tempio del fuoco, hammam pubblico, scuola, moschea, husseinieh (un luogo destinato alle cerimonie religiose dove si commemora il martirio dell’imam Hussein). Meymand usufruisce in primavera ed in estate di un clima fresco il resto dell'anno è molto rigido.
Una grotta è trasformata in museo antropologico, una seconda dedicata alla feltratura e altre tre trasformate in guest house. La scuola conta 3 grotte che fungono da classe e da ufficio. La classe più grande è larga 5,5 m. Il vecchio hammam pubblico è situato accanto al fiume, ma non funziona più. La moschea del villaggio risale al 1824 ed ha una superficie di120 m² .
L'introduzione
" pensare bene, parlare bene ,agire bene ". Questa bella formula, d'origine zoroastriana, fungeva da base all'istruzione dei giovani iraniani ed alla costruzione di una vita arricchita dallo sforzo ed il rispetto di un'etica molto umana. Il corpo in modo salubre sviluppato da esercizi adeguati diventava atto a difendere il suolo nazionale ed ergersi contro l'aggressore.
Una delle sopravvivenze più curiose e più interessanti dell'Iran antico è la frequentazione degli zour khaneh (casa della forza). Lo sport tradizionale dell'Iran, bâstâni (antico), che si svolge nello zur khaneh, è entrato nei costumi per aguerrire il corpo e prepararlo alla lotta. La gente che vi si trovava, coltivava il loro spirito nello stesso tempo che essi esercitavano la loro forza ed il loro indirizzo. Io zour khaneh si profilò nel corso dei secoli come una scuola d'apprendistato perfetta per la vita e svolse un ruolo di conservazione dei valori morali e mistici.
Cosi come la lingua e la letteratura persiana,come la miniatura, come le bellezze di Isfahan e di Persepoli, lo zour khaneh è significativo di uno stato di spirito e di una civilizzazione. Fra gli sport attuali, lo zour khaneh ha un posto di scelta e non cessa mai di affermare la sua vitalità e permette agli iraniani di conservare le tradizioni cavalleresche dei loro antenati. Tiene insieme allo sport, all'esperienza religiosa, alla letteratura e al teatro.
Persuaso dell'originalità innegabile dello zour khaneh, della propria importanza e della propria efficacia, vi si presta attualmente un'attenzione particolare. Al giorno d'oggi,gli zour khaneh attirano ancora molti entusiasti che appartengono a tutti i ceti della società.
L'origine dello zour khaneh
La necessità della difesa, o dell'attacco, obbligava i nostri antenati a praticare gli esercizi fisici in modo continuo e vitale. Così fu creato uno sport con strumenti e accessori, copiati dall’attrezzatura del guerriero ed adeguati allo spazio ristretto dello zour khaneh per trascinare i giovani alle prestazioni.
"i giovani persiani imparano l'equitazione ed il tiro e sono duramente trascinati alla forza ed alla durata", notava Herodote. Per Ferdousi (940-1020), il più grande poeta epico della Persia, sappiamo che Ardeshir І (224-241), il fondatore della dinastia dei sassanidi (224-642), costrinse tutti i suoi sudditi a praticare lo zour khaneh e le arti del pahlavan (atleta-cavaliere).
L’ Ayyari ed il marefat : il bene ed il bello
Nel 7° secolo, l'invasione araba costrinse l'Iran a raggruppare le sue forze. Gli Arabi misero la museruola ad ogni forma di patriottismo ma una cavalleria,l’ayyari, si costituì rapidamente e poco a poco si riorganizzò in movimento politico e trovò le norme che aveva promulgato fin dalla sua fondazione sotto i Parti (250 a.C.-224 d.C). l’ayyari prese secondo le epoche diversi aspetti di cui il primo ci è attestato dal libro dei re di Ferdousi.
L’ayyar per il poeta furono Rostam partente solo alla ricerca dei suoi figli in terra ostile, o Guive che va nel covo dell'avversario per trovare la traccia del principe persiano rapido. Queste crociate isolate punteggiate da atti eroici sono tipiche della cavalleria così come la prevedeva Ferdousi. Rostam l'eroe favoloso, continua a vivere nell'immaginazione e nel cuore degli iraniani. Tali furono Achille dei greci,il Sigfrido dei tedeschi,il Rolando dei francesi, veri ritratti d'eroi nazionali.
Nella cronaca di Qabus Nameh, scritto nel 10° secolo, si trova un'altra spiegazione dell’ayyari: "..." È riconosciuto ayyar quello che possiede le qualità necessarie: coraggio e virilità, cancellazione degli interessi personali a beneficio di quelli della Comunità, senso dell'amicizia e della classe, purezza e misericordia, pensare giusto e parlare diritto, riconoscimento verso l'ospite che ha messo dinanzi a lui la tovaglia del pane e del sale (un proverbio persiano dice: non bisogna tradire quello dove si è mangiato il pane ed il sale).L’ayyar non è scavalcato dai colpi di fortuna. L'analisi approfondita del corso del mondo deve prodigargli un insegnamento proficuo "." Il moralista riassume la sua opinione in una formula "saggezza, rettitudine, forza armoniosa". Tutti quest'atti nobili che dovevano essere uniti alla forza fisica e che erano correnti negli zour khaneh si chiamano "marefat".
Gli ayyar, rapidi ad intuire i pericoli per la pace del loro paese ed agguerriti a tutti gli esercizi marziali,intrapresero nel 10° secolo le armi contro gli Arabi e gettarono le basi dell'egemonia nazionale. Allora, delle confraternità cavalleresche si costituirono e formarono una catena che, circondando tutto l’altopiano iraniano, arrivava con le sue ramificazioni al cuore di Bagdad. La loro azione si tradusse inizialmente con la loro fedeltà allo chiismo, quindi fino al ritorno delle persecuzioni armate.
L'influenza di questa cavalleria fu non soltanto in questo raggruppamento delle forze ma anche per la salvaguardia delle tradizioni nazionali e per la propagazione della fede sciita quando i sovrani del paese cercavano di propagare la dottrina sunnite. lo zour khaneh diventò allora un luogo di riunione per gli oppositori ai regimi sunniti. È per questa stessa ragione che lo zour khaneh fu vietato ed i Persiani lo praticavano di nascosto. Protesta virulenta contro l'egemonia araba, lo chiismo diventò la bandiera del patriottismo teocratico persiano i cui ayyar garantirono il trionfo. Il massimo spendore dello zour khaneh fu raggiunto sotto la dinastia safavide quando lo sciismo diventò religione di Stato.
Malmenato da disordini successivi, l’ayyari subisce un declino sensibile ma recuperò le sue forze sotto l'autorità dello Ilkhanidi (1265-1353), i successori di Genghis Khan. Nello zour khaneh, nuovamente, si forgiavano uomini muscolari capaci di prendere le armi. Allora, la cavalleria si codificò con trattati che ne formulavano le regole.
Essendo di un grande aiuto per le vittime della crudeltà e delle estorsioni mongole, i cavalieri nonostante un'oppressione dura si ribellarono ed instaurarono il movimento dei Sarbedaran (1337-1381), gli impiccati. Sarbedaran si sacrificava per salvare gli altri.
Shateri: i piedi alati
Le scuole di shater ispirano l'istituzione dello zour khaneh tanto quanto i principi dell’ayyari o del pahlavan. Da sempre la professione di shater (messaggero) fu circondata della considerazione generale. Gli adolescenti, che avevano i talenti richiesti per diventare shater, erano trascinati da capi-messaggeri esperti che appartenevano anche alle associazioni di ayyar e facevano dei loro allievi prodi aguerriti. L'apprendistato dei messaggeri era coronato da una cerimonia solennizzata dalla presenza dello shah.
Da circa un secolo che lo shater è scomparso dall'Iran. Accompagnavano i singoli viaggiatori,le carovane di commercianti e di pellegrini e li proteggevano contro i pericoli dei grandi cammini e dalle imboscate dei briganti. Garantiti da un codice d'onore cavalleresco, i messaggeri rischiavano la loro vita per aiutare le persone in pericolo. Sono stati sostituiti con i mezzi moderni di sicurezza ma conservano però un grande riconoscimento nei ricordi.
Il sufismo
Se la cupola degli zour khaneh si ispira alle cupole dei monasteri dei dervisci, non è un caso. La sistemazione interna del ginnasio evoca la sala di riunioni dei sufi. Qui come là, si trova un’arena dove predomina un pulpito.
Gli esercizi dello zour khaneh si svolgono in un pozzo spesso ottogonale di un metro di profondità circa. Occorre vedere la messa in pratica di alcuni dervisci, che vivono in una umilità completa, coricandosi al suolo per non dimenticare le origini modeste dell'uomo e la fragile pazzia degli onori. Fin dall'inizio dell'egemonia araba, gli iraniani si prepararono alla guerra in questo pozzo che ricordava loro le ultime residenze degli sciiti santi. Si nota che il suolo del pozzo era precedentemente coperto di sabbia, ma oggo è cementato.
Nelle epoche dure della sovranità straniera, l'evocazione dei nomi di Mohammad, di Ali ed i suo descendenti, che accompagnavano gli esercizi degli atleti, erano altrettanti grida di speranza per un futuro migliore, poiché l'adesione allo chiismo fu per l'Iran uno degli arcani della sua personalità. Vivendo la loro religione, era loro impensabile consegnarsi all'esercizio fisico senza dargli un senso devoto, materialmente garantito dalla forma dello zour khaneh e dalla presenza del pulpito, ed illustrato dalla obbedienza ai precetti sciiti.
La via mistica è caratterizzata da tappe successive che vanno dalla ricerca fino alla distruzione nell'amore divino. Gli entusiasti dello sport antico passano per gradi e conoscono un lungo apprendistato.
La gerarchia negli zour khaneh
La gerarchia negli zour khaneh è basata sull'anzianità dell'atleta ed il suo compimento. Il discepolo dello zour khaneh, quando comincia questo sport è nouceh (principiante). Alla fine di questo periodo, il nouceh diventerà nou khasteh (adolescente) ed usufruirà già di una certa considerazione fra gli atleti. Mantenendosi nei suoi sforzi per ottenere il controllo di sé, il giovane uomo sarà educato alla fila di khod sakhteh, quello che è stato realizzato e che è stato ora fra gli uomini coraggiosi e generosi. Khod sakhteh compiuto è il pishkesvat (pioniere, in generale quello che è più vecchio e che ha più esperienza), secondo nella gerarchia del ginnasio. Il pahlavan (parola che vuole dire valoroso), primo nella gerarchia, è quello che insegna i principianti e che guida gli adolescenti.
L'entrata di khod sakhteh, del pishkesvat e del pahlavan è salutata da un battito di tamburo ed un tintinnio di campana, quindi morshed chiede all'assistenza di manifestare il suo rispetto nei confronti dell'eroe salmaniando la formula dedicata che si chiama "salavat": "possa la misericordia divina estendersi su Maometto e tutta la sua discendenza!" È per questo che portano anche il titolo di salavati o anche "capo della campana e capo del tamburo".
I pahlavan, all'unanimità adorati dalle folle, prendono il titolo del jahan pahlavan, cioè "campione del mondo". Tutti coloro che sono stati alzati a questa gloria sono altrettanti simboli della virtuosità atletico unita all'espansione etica.
Le leggi di cortesia
- "avete il primo posto, in verità".
- "ma, sono soltanto polvere nei confronti dei vostri meriti".
- "lo attesto, dinanzi a Dio, voi siete il nostro padrone in tutto".
I due pishkesvat che scambiano questi segni di rispetto possono tuttavia l’uno e l'altro pretendere al posto di capo del gioco, quello che si tiene in mezzo al pozzo dove gli atleti formano cerchio attorno a lui. La cortesia la regola più sottile le usanze e le relazioni dei ginnasti, riflettono le forme convenzionali delle relazioni cerimoniose dell’Iran.
Un'altra abitudine ben stabilita è quella del golrizan, la spedizione di fiori che segna qualche evento di scelta: una lotta tra due campioni,rafforzando dei legami d'amicizia tra due atleti, il rinnovo della fedeltà di un giovane verso il suo maggiore e la sovvenzione dei ginnasti ai poveri.
La rotazione e la vibrazione
Braccia tese in orizzontale, colui che gira prende appoggio su un piede e gira su sé stesso servendosi dell’altro piede che fa funzione d'elica. Continua fino all'esaurimento e ad una tale velocità che si vede soltanto una sihouette. A sua volta i partecipanti vengono in mezzo al pozzo e ruotano su loro stessi come i dervisci nelle loro assemblee. Morshed lodando gli eroi mitici, imprime al tamburo il ritmo specifico per la rotazione. Quest'esercizio è praticato per conservare l'equilibrio del corpo.
Il veterano termina la sua rotazione battendo piedi. Le vibrazioni sono le stesse di quelle con le quali i sufi traducono la loro esaltazione appassionata. Questa trepidazione ripetuta faceva parte, nelle vecchie scuole, degli esercizi per la formazione dei corrieri che viaggiavano a piedi.
La lotta
"O giovane uomo, ben fatto, agli artigli acuti,
" Tu ti prepari alla guerra facendo la lotta ".
" Questa formula è pronunciata prima della lotta che gli iraniani apprezzavano in sommo grado. Gli uomini coraggiosi entravano e cominciavano le loro gare. Se i due campioni rimanessero in gara dopo questi primi combattimenti, la lotta in ultima analisi decideva la vittoria.
La lotta è lo sport nazionale iraniano ed il suo insegnamento risale ad un passato lontano. Si praticava all'origine nello zour khaneh.
I comandanti principali degli eserciti ed i generali più apprezzati mettevano periodicamente in gioco le loro categorie ed i loro titoli prendendo parte a questi tornei. La lotta a mani nude ha sempre avuto notevole considerazione nei persiani.
Lo svolgimento dell'esercizio
Gli strumenti utilizzati nello zour khaneh sono il mil.
Per cominciare l'addestramento, il veterano salta nel pozzo ed i suoi discepoli lo seguono. Si mettono in cerchio il cui centro è occupato dal veterano che si chiama qui, miandar. Il miandar che conduce il gioco del mezzo del pozzo propone a ciascuno dei suoi camerati di sostituirlo, ma generalmente si declina.
Durante gli esercizi l'ordine e la solennità sono di rigore. I gesti precisi di ogni esercizio sono effettuati da tutti nello stesso ordine ed allo stesso ritmo. Tutto ciò è sempre accompagnato dal rotolamento regolare del tamburo, dal tintinnio di campana e dalla declamazione diversi epici e mistici.
A volte alla fine degli esercizi, gli atleti si ammassano reciprocamente. Dopo il massaggio, fanno la loro preghiera e metteranno i loro vestiti ordinari ed ad uno lasciano il pozzo con lo stesso protocollo che ha segnato l'arrivo ed il morshed recita dei versi mistici.
Osservazione:
In tutte le grandi città, ci sono case della forza. Nel corso del viaggio, i turisti hanno sempre l'occasione di visitarne. Non lasciate l'Iran senza visitarne!!!
Kermanshah è il capoluogo di una regione dallo stesso nome. Questa regione si trova nella parte occidentale del paese ed è predominata geograficamente dai monti Zagros. È una grande città di 850.000 abitanti situata a 1700 m d'altitudine in pieno paese kurdo. Kermanshah si è sviluppata grazie al re sassanide, Bahram IV, alla fine del 4° secolo. Un'importante strada “una volta quella di Bagdad” lasciava Hamedan verso l'ovest e passava per Kermanshah. La prossimità della frontiera e delle vie di passaggio verso Bagdad gli valse tanto prosperità quanto dispiaceri nel corso della storia, in particolare gli attacchi dei missili durante la guerra Iran-Iraq. Gli abitanti di Kermanshah sono kurdi e contrariamente agli altri kurdi del paese, praticano il culto sciita.
Le attrazioni di Kermanshah:
Taqe Bostan
Il Takieh di Moaven olmolk
Il bazar
La moschea del venerdì
Kermanshah è una buona tappa per visitare i bassorilievi di Sare Pol-e Zahab (120 km ad ovest di Kermanshah), la tomba rupestre di Dokkane Davud (3 km prima di Sare pol-e Zahab), il tempio di Anahita a Kangavar (a 90 km da Kermanshah, sulla strada di Kermanshah-Hamedan), i bassorilievi e gli iscritti di Bistun (a 40 km di Kermanshah sulla stessa strada).
Bistun
A 40 km da Kermanshah, in direzione di Hamedan, si trova la località di Bistun, celebre per i suoi bassorilievi e i suoi iscritti achemenidi (550-330 a.C). Molto in alto, su una scogliera inaccessibile e brusca, Dario fece scolpire un bassorilievo che commemora suo trionfo contro gli avversari decisi a levargli il trono nel 522 dopo la morte di Cambise, il figlio ed il successore di Ciro il grande. La scelta della località di Bistun da parte di Dario per fare incidere il suo messaggio non era per nulla casuale, la scogliera si trova direttamente sopra la strada che collegava Ecbatana (attuale Hamedan) a Babilonia.
Questo rilievo è la prima grande opera d'arte del regno di Dario. Tutto attorno al rilievo una iscritta in tre lingue (vecchio persiano, babilonese e elamite) racconta la lotta di Dario per prendere il potere e del suo trionfo finale. L'importanza di questa scrittura ci arriva dall’unico testo di un re achemenide che narra gli eventi storici del suo regno. È studiando queste scritture che l'ufficiale britannico Henry Rawlinson poté, verso il 1838, decifrare il cuneiforme vecchio persiano e trovare la chiave della scrittura babilonese.
Islam,sciismo e sunnismo
La religione
Tutto l'insieme della fede si rapporta alla natura dell'uomo e dell'universo e tutte le regole conformi a queste credenze che si attribuiscono alla vita umana, sono designate dal termine di "religione". Se esistono divergenze nell'ambito della religione, prendono il nome di "riti" come i riti sunniti e sciiti dell'islam.
Se consideriamo la religione come un programma di vita (modo di vivere) che si impernia su una fede stabile, possiamo dire che l'uomo anche se non crede alla divinità, non possa vivere senza religione. Il Corano afferma che l'uomo non ha altre scelte che di seguire la religione, come un cammino messo da dio dinanzi a lui affinché percorrendolo, possa giungere alla verità.
L'islam
Islam significa etimologicamente "sottomissione ed obbedienza": la religione che invita gli uomini alla sottomissione a dio. Con questa sottomissione, adorano soltanto il dio unico ed obbediscono soltanto ai suoi ordini. Come il Corano ci insegna, la prima persona che chiamò questa religione "islam" ed i suoi fedeli "musulmani",
fu il profeta Abraham.
L'origine e l'evoluzione dello sciismo
Lo sciismo nacque durante il periodo vissuto da Maometto. Questo termine ha inizialmente designato i partigiani di Ali, genero e cugino del Profeta. Si racconta che il Profeta mise la sua mano sulle spalle di Ali e disse: "è il mio fratello, il mio erede ed il mio successore, dovete lui obbedire".Dunque Ali fu il primo uomo ad accettare l'islam e rispondere al suo appello.
Durante il periodo della profezia, Ali compie servizi di alto valore e manifestò una devozione notevole. Così, quando gli infedeli della Mecca decisero di uccidere il Profeta e circondarono la sua casa, quest'ultimo decise di emigrare a Medina. A causa dei grandi servizi che rese e delle sue virtù personali, Ali fu amato dal Profeta e da i suoi compagni che furono esempio di sincerità e di veridicità. Questi compagni si raccolsero attorno ad Ali e lo seguirono, a tal punto che molti altri considerarono eccessivo questo amore per lui.
Il termine "sciismo" che significa letteralmente "accompagnatore e seguace", si riferisce a quelli che considerano che la successione del Profeta ritorna alla sua famiglia, e che, nel dominio delle scienze e delle culture islamiche, seguono la scuola della famiglia del Profeta. Lo sciismo consiste nel seguire minuziosamnete la tradizione del profeta, praticamente e teoricamente con gli atti e con le parole. La prova principale della legittimità di Ali come successore del Profeta è l'evento di Ghadir-é Khom. Si narra che il Profeta,dinnanzi a miglialia di pellegrini,dopo vari riti lo proclamò ufficilamnete suo erede.
Gli sciiti celebrano quest'evento in questo giorno come un'importante festa religiosa che segna il giorno dove il diritto di Ali alla successione è stato universalmente proclamato.
La causa della separazione tra la minoranza sciita e la maggioranza sunnita
I partigiani di Ali credevano che dopo la morte del Profeta, il califatto (cioè "successione") e l'autorità religiosa sarebbe ritornata ad Ali. Contrariamente alla loro attesa, quando il Profeta lasciò questo mondo, e mentre la sua famiglia ed alcuni amici erano occupati a preparare i funerali, i partigiani di Ali ebbero la notizia dell'attività di un gruppo che si era recato alla moschea dove la Comunità era riunita a causa della scomparsa improvvisa del suo capo. Questo gruppo, che doveva più tardi formare la maggioranza, intraprese con grande rapidità, senza consultare la famiglia del Profeta, né i suoi parenti, né molti dei suoi amici, di scegliere il califfo (successore) per i musulmani, in apparenza per garantire il bene di questi ultimi. Così Ali ed i suoi seguaci furono messi dinanzi ad un fatto compiuto.
Dopo i funerali del Profeta, Ali ed i suoi amici protestarono contro la scelta del califfo e presentarono le loro argomentazioni, ma la risposta fu che questo era il bene dei musulmani.Questa protesta e questa critica furono all'origine della scissione. Per tutto ciò furono conosciuti nella società come i"partigiani.I sunniti che sostenevano il califfo, consideravano che il califfato era una tradizione, cioè una questione di consenso della Comunità.
Lo sciismo non poté ottenere nulla tramite proteste politiche. Per salvaguardare l'unità dei musulmani, Ali non intraprese l'idea di sollevarsi contro l'ordine esistente. Tuttavia coloro che protestarono contro il califfato stabilito rifiutarono di sottoporsi alla maggioranza e continuarono a sostenere che la successione del profeta e l'autorità religiosa appartenevano ad Ali e che per tutte le materie religiose, bisognava riferirsi a lui.
Il principio politico della scelta del califfo con voto e la sua incomptabilità
con la concezione sciita
Lo sciismo sosteneva che la questione più importante che si poneva alla società,era la chiarificazione degli insegnamenti islamici e della cultura religiosa.
Questo scopo poteva essere raggiunto soltanto da qualcuno perfettamente corretto e giusto. Ciò che impedì agli sciiti di accettare il principio elettivo della scelta di califfo da parte del popolo, fu il timore delle conseguenze nocive che potevano risultarne: timore di una corruzione possibile nel governo e della distruzione degli insegnamenti sublimi della religione. Allo stesso tempo, per preservare la potenza dell'islam e salvaguardare i suoi progressi, lo sciismo non mostra alcun'opposizione aperta al resto della società. Gli sciiti, gomito a gomito con i sunniti, parteciparono agli affari pubblici. Ali stesso guidò i sunniti nell'interesse di tutto l'islam ogni volta che tale azione si rivelava necessaria. Omar, il secondo califfo, aveva l'abitudine di dire: "" Che dio non mi impone mai un compito difficile quando Ali non è presente ".
" Il califfato dei tre califfi eletti prima dell' imam Ali"
Lo sciismo afferma che la legge divina dell'islam la cui sostanza è illustrata nel Corano e nella tradizione del Profeta, rimane valida fino al giorno del giudizio e non sarà mai alterata. Il solo compito di un governo islamico è di prendere decisioni con consultazioni nei limiti stabiliti dalla legge islamica ed in accordo con le esigenze del
momento.
Il sunnismo pensava che il Corano dovesse essere conservato sotto forma di costituzione e prestava molto meno attenzione agli "hadis" (le tradizioni del profeta e dei dodici Imam. Per gli sciiti le parole del profeta e dei dodici Imam (l'imam, o la guida, è il titolo dato ad una persona che prende la testa di una Comunità in un movimento sociale particolare, un'ideologia politica o una forma di pensiero scientifico o religioso.) sono validi come i versetti del Corano.
Sotto il califfato dei tre califfi stabiliti prima dell' imam Ali (Abu Bakr 631-633, Omar 633-644, Osman 644-656), la registrazione per iscritto del testo degli hadis fu completamente vietata ed ogni versione trovata doveva essere bruciata. Allora, alcune pratiche furono vietate, altre ammesse, ed altre ancora aggiunte. Si metteva l'accento su alcuni aspetti della religione e se ne trascuravano altri. Presto, numerose proteste affluirono verso la capitale, ma il califfo non ritenne opportuno intervenire..
Dopo la battaglia di Yamamah nel 633, molti di quelli che conoscevano il Corano per passione furono uccisi. Ciò indusse Omar, a proporre ad Abu Bakr, il primo califfo, di mettere per iscritto i versetti del Corano, nel timore che ,se si fosse verificata un'altra guerra, non scomparisse tutto.
Era dunque necessario raccogliere i versetti coranici. Appare stupefacente dal punto di vista sciita che questa decisione sia stata presa sul Corano e che gli hadis che completavano il Corano, e che si trovavano dinanzi allo stesso pericolo, non siano stato oggetto della stessa attenzione.
La maggior parte dei musulmani aveva lo spirito occupato dalle vittorie guadagnate dagli eserciti musulmani e si lasciò abbagliare. Con questa nuova ricchezza e le mondanità che la accompagnarono, poco numerosi furono coloro che si dedicarono alle scienze islamiche alla testa delle quali si teneva Ali che il profeta aveva presentato come il più portato alle scienze islamiche.,
L'avvento del califfato di Ali ed il suo metodo di governo
Alla morte del Profeta, Ali aveva 33 anni. Era allontanato dal califfato con il pretesto che era troppo giovane e che aveva molti nemici fra il popolo. Fu in questo periodo,che alcuni altri compagni del Profeta ed un grande numero di loro discepoli di varie regioni, raggiunsero i partigiani di Ali. Ne risultò che dopo la morte del terzo califfo, da tutte le parti il popolo guardò verso Ali, gli prestò giuramento di fedeltà e lo sceglie come califfo. Così, Ali diventò il quarto califfo dei sunniti ed il primo imam degli sciiti (cioè, era califfo ed imam, cioè aveva allo stesso tempo l'autorità politica e religiosa).
Ali fu finalmente nominato 4° califfo nel 656. Egli seguì le vie del Profeta, riportò la legge
alla sua purezza originale e forzò tutti i poteri politici incompetenti a dimettersi.
Ali continuò ad esercitare il suo governo rivoluzionario, l'opposizione i cui interessi erano compromessi iniziarono a manifestare il loro disaccordo e ad opporre una resistenza,iniziando delle sanguinose guerre.Dal punto di vista sciita,coloro che iniziarono queste guerre civili non avevano altro scopo che i loro interessi personali.
Ali schiacciò le sommosse, ma qualche tempo dopo, nel 661, fu assassinato nella moschea di Kufa durante la preghiera da uno dei partigiani di Moaviah.
Il vantaggio che hanno gli sciiti con il califfato di Ali
Benché Ali durante quattro anni e nove mesi del suo califfato non sia in grado di mettere un termine definitivo ai disordini che agitavano il mondo islamico, riesce tuttavia su tre punti fondamentali:
1)- Grazie alle sue misure giuste ed oneste, rese al modo di vivere del Profeta tutto il suo splendore ed la sua seduzione, soprattutto agli occhi della giovane generazione.
2)- Lasciò dopo di lui un tesoro inestimabile di conoscenze islamiche. Circa undici mila dei suoi giudizi ed aforismi che riguardano diversi argomenti intellettuali, religiosi e sociali sono stati registrati. Fu il primo in islam ad interessarsi alle questioni metafisiche, collegando il rigore intellettuale alla dimostrazione logica. La grammatica araba fu sistematizzata da uno dei compagni del Profeta e da Ali che dettò un piano d'organizzazione per preservare la forma d'espressione coranica.
3)- Egli forma un grande numero di scienziati religiosi fra i quali si trova un numero di uomini pii e mistici. Quest'uomini sono stati riconosciuti dagli gnostici ulteriori come i fondatori della gnosi in Islam. Altri fra i suoi discepoli diventarono i primi maestri di giurisprudenza, di teologia, d'esegesi e di recita coranica.
Il trasferimento del califfato a Moaviah e la sua trasformazione in monarchia ereditaria
Dopo il martirio di Ali, suo figlio Hassan ,che è riconosciuto dagli sciiti come il secondo imam, diventò califfo conformemente alla volontà di Ali ed anche grazie alla fedeltà della Comunità. Ma Moaviah non rimase impassibile di fronte a quest'evento. Andò con il suo esercito verso Bagdad, la capitale del califfato, e dichiarò guerra ad Hassan. Costrinse Hassan a lasciargli il califfato per evitare uno spargimento di sangue e a stipulare la pace. Nel 661, Hassan gli cedette finalmente il califfato.
Moaviah dopo avere acceduto al califfato, dichiarò in un discorso: "Non mi sono battuto contro voi per la preghiera ." Ciò che volevo, era regnare su voi, e questo scopo l' ho raggiunto. Separo la religione dalla politica e non accordo alcuna garanzia che riguarda i doveri ed i regolamenti religiosi.
Spendo tutte le mie forze per preservare il mio potere, a qualunque prezzo"" Si nota che la politica e la religione si presentano nell'islam in una sola unità e si completano reciprocamente.
Moaviah mise il suo progetto in esecuzione,diede l'ordine di spargere commenti sfavorevoli su Ali, dall'alto dei pulpiti delle moschee ed attraverso tutto il territorio dell'islam. Con l'aiuto dei suoi agenti, uccise i più eminenti discepoli di Ali. La maggior parte degli sciiti fu forzata a rinnegare ed anche insultare Ali, pena la morte. Moaviah organizzò l'avvelenamento di Hassan, preparando così la via della successione a suo figlio Yazid.
I giorni più difficili dello sciismo
Il periodo più difficile per gli sciiti fu il regno di Moaviah (661-681) durante il quale non usufruirono di alcuna sicurezza. Due degli imam sciiti contemporanei, Hassan ed Hussein, non ebbero alcuna possibilità di cambiare le circostanze oppressive nelle quali gli sciiti si trovavano.
Il figlio di Moaviah, Yazid, non aveva alcun sentimento religioso ed era poco rispettoso delle norme dell'islam. Lo interessava solo il vizio e la frivolità. I suoi tre anni di califfato (681-684) furono la causa di catastrofi senza precedenti nella storia dell'islam: nel 681, massacrò, nel modo più atroce che ci sia, l'imam Hussein ed i suoi a Karbala; ordinò un massacro generale a Medina e, per tre giorni, diede ai suoi soldati licenza di uccidere e saccheggiare; fece distruggere e bruciare la sacra Kaabah . Con l'assassinio di Hussein, l'antagonismo tra sciiti e sunniti prese una piega definitiva.
Dopo Yazid, la famiglia di Marvan prese possesso del califfato. Il governo di questa famiglia (684-754), inaugurò un impero dittatoriale che si diede il titolo di califfato islamico.
Gli sciiti conobbero giorni amari durante questo periodo scuro. Tuttavia, nonostante l'ingiustizia e l'irresponsabilità dei governi, l'ascetismo e la purezza degli Imam della famiglia del Profeta resero gli sciiti più attaccati alle loro fede. Il primo secolo non era chiuso che già alcune personalità influenti fondavano la città di Qom in Persia e ne facevano una colonia sciita. Tutto sommato, la maggior parte degli sciiti continuava a vivere nascosta, praticando la loro vita religiosa in segreto per garantire la loro sopravvivenza e soprattutto quella della loro fede.
Le disgrazie generate dagli Omeyadi diventarono così ovvie che la maggioranza dei sunniti, furono obbligati a dividere i califfatti in due gruppi "Califfati Rashedine" (guidati correttamente), che sono i Quattro primi califfati (Abu Bakr, Omar, Osman, Ali) dagli altri che cominciano con Moaviah.
Lo sciismo durante l'8° secolo
Nell'8° secolo, cominciò un movimento anti-omeyade in nome della famiglia del Profeta in Persia. Il capo di questo movimento era un generale persiano, Abu Moslem Marvazi, che si ribellò contro il governo omeyade e lo rovesciò. Questo movimento non era tuttavia direttamente derivato dalla volontà degli Imam. Per finire un discendente del Profeta, Abol Abbas, arrivò al potere e fondò il califfato abbasside (750-1258) in nome della famiglia del Profeta. All'inizio, gli abbassidi si mostrano buoni verso il popolo in generale e verso i discendenti del Profeta in particolare. Ma molto rapidamente, si misero ad imitare le vie ingiuste degli Omeyadi: imprigionavano, torturavano e massacravano sia gli sciite che i sunniti.
Lo sciismo nel 9° secolo
All'inizio del 9° secolo, Maamun (813-833), il califfo abbasside, favorì la dimostrazione intellettuale e lasciò una libertà completa alla discussione ed alla difussione delle diverse opinioni religiose. Questa
situazione favorevole fu soprattutto dovuta al fatto che molti libri scientifici e filosofici furono tradotti dal greco, dal siriaco e da altre lingue ancora in Arabo. La gente si mise a studiare appassionatamente le scienze. Gli scienziati sciiti approfittarono interamente di questa libertà spingendo al massimo le attività culturali e la propagazione degli insegnamenti sciiti.
Inoltre, Maamun, per evitare le sommosse degli sciiti,, fece imam Reza, l'ottavo imam, il suo successore. Ne risultò che gli sciiti furono fino ad un certo punto liberati dalle pressioni governative e conobbero una certa indipendenza d'azione. L' imam Reza non accedette mai al califfato e fu ucciso da Maamun.
Lo sciismo nel 10° secolo
Durante il 10° secolo apparirono alcune condizioni nuove che favoriscono la diffusione ed il consolidamento dello sciismo. I Buyidi erano sciita ed esercitavano una grande influenza su Bagdad e sul califfato stesso. Questa nuova forza permise agli sciiti di propagare apertamente le loro
idee religiose.
Lo sciismo dall'11° al 15° secolo
Durante questo periodo, lo sciismo non cessò di svilupparsi anche se la sua potenza e la sua libertà dipendeva dalle condizioni locali e dai sovrani. All'inizio del 12° secolo con l'invasione mongola e di conseguenza la guerra, , i diversi governi islamici non esercitarono una pressione eccessiva sugli sciiti.
Inoltre, la conversione allo sciismo di alcuni sovrani mongoli contribuì in gran parte all'espansione dello sciiismo.
Lo sciismo dal 16°al 17° secolo
Nell'anno 1500, Shah Esmaïl, il fondatore della dinastia safavide (1501-1722) , iniziò una sommossa ad Ardebil, con lo scopo di fondare una nazione sciita indipendente e potente. Dopo guerre sanguinari contro i governatori locali e gli ottomani che detenevano il titolo di califfato, riesce ad unificare la Persia e promuovere lo sciismo come religione ufficiale del suo regno. Così lo sciismo diventò per la prima volta la religione ufficiale di uno Stato musulmano ed a partire da questo momento, restò la religione della maggioranza degli iraniani.
Lo sciismo dal 18° al 20° secolo
Durante quest'ultimi tre secoli lo sciismo ha proseguito un ritmo di crescita naturale. Attualmente, l'Iran è il solo paese al mondo nel quale lo sciismo è riconosciuto come religione ufficiale. I soli paesi dove gli sciiti sono in maggioranza sono: l'Iran (91,2%), l'Azerbaigian (70%), l' Iraq (62,5%), Bahrein (57,2%) ed il Libano (48%). Il sunnismo comprende la maggioranza dei musulmani ed lo sciismo conta un po'più del 10% della Comunità musulmana.
L' Ejtehad
Mojtahed è qualcuno che, con il suo controllo delle scienze religiose ed il possesso di qualità morali, ha il diritto di praticare l'ejtehad o l'emissione di nuovi pareri con il ragionamento su materie che appartengono alla religione.
I musulmani per affrontare minuziosamnete le pratiche religiose si rivolgono ai mojtahed. L'azione che consiste nel seguire i mojtahed si definisce "imitazione". Questa pratica è uno dei fattori che ha contribuito a conservare viva la giurisprudenza dimostrativa sciita attraverso le età.
Osservazione:
Sunniti e sciiti condividono gli stessi obblighi religiosi (la preghiera, l'elemosina , il khoms che significa "dare un quinto del bene", il pellegrinaggio al Mecca, lo Jihad che è generalmente tradotto con "guerra santa" questo termine significa oggi "difesa santa", "incoraggiare a praticare i principi morali", e "proibire le cattive azioni") e le stesse credenze fondamentali (la fede in un dio unico, il credere nella missione dei profeti, il credere nel giorno del giudizio universale).
Antica Ecbatana
Hamedan è il capoluogo di una regione omonima. È situata ai piedi del monte Alvand (3580 m) nello Zagros. Occupa una località chiave su una delle strade che, nell'antichità, collegavano la Mesopotamia all’altopiano iraniano. Nel 612 a.C.i Medi (708-550 a.C) misero fine all'esistenza del regno degli Assiri e fissarono la loro capitale ad Ecbatana (Hamedan). Per più di mezzo secolo, regnarono su un vasto impero che si estendeva dall'Afganistan alla Turchia.
Nel 673 a.C. il capo di una delle tribù riuscì a riunire tutti i gruppi medi e stabilire una capitale, da qui il nome di questa, Ecbatana, che significa "luogo di raccolta". Nel 6° secolo a.C. diventò la residenza estiva degli Achemenidi (550-330 a.C.) che permette loro di sfuggire i calori torridi di Susa. Hamedan era una città fastosa allora i cui tesori, i tetti d'oro e d’argento, furono a lungo leggendari. Ma, se si sono trovati nel vecchio luogo oggetti preziosi di qualsiasi bellezza, non resta alcuna traccia archeologica attualmente visibile di questo vecchio splendore. È ad Hamedan che riposa il filosofo e medico Avicenna, uno degli scienziati più importanti dell'oriente.
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La popolazione di Hamedan è per lo più persiana, con un'importante minoranza di azeri. Precedentemente c'era una Comunità ebrea relativamente numerosa ma non conta oggi (2006) che soltanto una ventina. La regione di Hamedan è il centro delle terraglie del paese. La maggior parte dei laboratori di ceramiche e di terraglie si trova nel villaggio di Lalejin di cui il più famoso si chiama Khakab. Khakab fa delle copie dell’ antiche terraglie iraniane.
Le grotte di Ali Sadr
Un buon numero di visitatori iraniani si reca ad Hamedan principalmente per vedere la grotta di Ali Sadr situata a 60 km da Hamedan. Se apprezzate le località naturali,la grotta di Ali Sadr, dovrebbe appagarvi; è la più bella dell'Iran. Con un'anzianità di 150 milioni di anni, è la grotta più vecchia del paese trovata finora. Con una lunghezza di 12 km, è la terza più grande grotta del mondo, tenuto conto che la prima si trova negli Stati Uniti e la seconda nell’Australia. Ciò che fa l’attrattiva della grotta, è che vi si trova l'acqua e quindi si è obbligati ad andare in barca. Si conosce la grotta da tempo, ma le ricerche scientifiche sono cominciate nel 1962. la più grande stalagmite del mondo si trova in questa grotta. Misura 2,5 m d'altezza ed ha 4 milioni e mezzo di anni. La grotta misura fino a 14 m d’altezza e 64 m di lunghezza. La profondità dell'acqua, in alcuni posti, raggiunge 14 m. Niente non vive in questa grotta.
Le località da vedere:
le località secondarie: