Kermanshah è il capoluogo di una regione dallo stesso nome. Questa regione si trova nella parte occidentale del paese ed è predominata geograficamente dai monti Zagros. È una grande città di 850.000 abitanti situata a 1700 m d'altitudine in pieno paese kurdo. Kermanshah si è sviluppata grazie al re sassanide, Bahram IV, alla fine del 4° secolo. Un'importante strada “una volta quella di Bagdad” lasciava Hamedan verso l'ovest e passava per Kermanshah. La prossimità della frontiera e delle vie di passaggio verso Bagdad gli valse tanto prosperità quanto dispiaceri nel corso della storia, in particolare gli attacchi dei missili durante la guerra Iran-Iraq. Gli abitanti di Kermanshah sono kurdi e contrariamente agli altri kurdi del paese, praticano il culto sciita.
Le attrazioni di Kermanshah:
Taqe Bostan
Il Takieh di Moaven olmolk
Il bazar
La moschea del venerdì
Kermanshah è una buona tappa per visitare i bassorilievi di Sare Pol-e Zahab (120 km ad ovest di Kermanshah), la tomba rupestre di Dokkane Davud (3 km prima di Sare pol-e Zahab), il tempio di Anahita a Kangavar (a 90 km da Kermanshah, sulla strada di Kermanshah-Hamedan), i bassorilievi e gli iscritti di Bistun (a 40 km di Kermanshah sulla stessa strada).
Bistun
A 40 km da Kermanshah, in direzione di Hamedan, si trova la località di Bistun, celebre per i suoi bassorilievi e i suoi iscritti achemenidi (550-330 a.C). Molto in alto, su una scogliera inaccessibile e brusca, Dario fece scolpire un bassorilievo che commemora suo trionfo contro gli avversari decisi a levargli il trono nel 522 dopo la morte di Cambise, il figlio ed il successore di Ciro il grande. La scelta della località di Bistun da parte di Dario per fare incidere il suo messaggio non era per nulla casuale, la scogliera si trova direttamente sopra la strada che collegava Ecbatana (attuale Hamedan) a Babilonia.
Questo rilievo è la prima grande opera d'arte del regno di Dario. Tutto attorno al rilievo una iscritta in tre lingue (vecchio persiano, babilonese e elamite) racconta la lotta di Dario per prendere il potere e del suo trionfo finale. L'importanza di questa scrittura ci arriva dall’unico testo di un re achemenide che narra gli eventi storici del suo regno. È studiando queste scritture che l'ufficiale britannico Henry Rawlinson poté, verso il 1838, decifrare il cuneiforme vecchio persiano e trovare la chiave della scrittura babilonese.