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conscere iran

La parola nomade, d'origine greca, significa "pascolo" poiché i greggi, cercando sempre nuovi pascoli, danno ritmo alla vita dei nomadi. A partire dal 10° secolo, l'arrivo in massa dei nomadi dalle steppe fredde, turchi inizialmente, quindi mongoli e Turcmeni, cambierà radicalmente la composizione etnica del paese. Essi trovarono sull’altopiano un ambiente che era loro familiare, molto comparabile a quello del Turkestan e della bassa Asia centrale.

 È dunque sotto il segno del grande nomadismo che vivrà l'Iran durante molti secoli, e le sue stesse dinastie sono spesso d'origine turca fino all'inizio del 20° secolo. I suoi sovrani si insediavano nelle capitali urbane, ma arrivando l'estate, partivano per accamparsi sotto la tenda.

Dopo l'epoca safavide (1501-1722), soprattutto nel 17° e 18° secolo,si vanno costruendo a poco a poco delle vaste confederazioni nomadi strettamente gerarchizzate. Il loro scopo è quello di inquadrare la popolazione nomade, codificare gli spostamenti e gli itinerari in mezzo alle popolazioni sedentarie, ed allo stesso tempo garantire in modo permanente, tramite i loro capi, la rappresentazione politica dei nomadi presso il governo centrale, ed esercitare eventualmente le pressioni necessarie su quest'ultimo.

 Una volta i nomadi fornivano all'esercito una forza considerevole e lo Stato si sosteneva allora principalmente su queste tribù. Sappiamo che nel 7° secolo, i nomadi della provincia del Fars hanno aiutato i re sassanidi (224-642) a respingere l'esercito arabo. Così si realizzano nel luogo le potenti nomadi: a partire dal 18° secolo, quella dei Bakhtiari nel Lurestan, e quella dei Gashgai nel Fars, quindi nel 19° secolo quella di Khamseh anche nel Fars.

Per rompere il loro potere, resistere agli attacchi degli invasori o fare regnare l'ordine e la sicurezza nei posti pericolosi, i re li esiliavano o li trasferivano, cosa che ha comportato la loro dispersione in tutto il paese. Era a volte il governo che destituiva o nominava i capi tribali.

 Nel 1921, Reza Shah lanciò la prima impresa di sedentarizzazione forzata. Il governo incontrò alcune difficoltà, i nomadi non comprendevano sempre perché dovevano abbandonare la tenda e costruire una casa in una posizione non scelta da loro. Di certo, furono fissati a delle altitudini dove l'inverno rigoroso portava delle perdite considerevoli di bestiame. I grandi gruppi nomadi ripresero rapidamente le loro transumanze tradizionali e la loro influenza a favore dell'indebolimento del potere centrale negli anni 40. Bisognò attendere il 1957 per vedere l’inizio di un secondo tentativo da parte di Mohammad Reza Shah.

 Il modo di vita dei nomadi fu completamente rovesciato dalla sedentarizzazione e dalla riforma agraria del 1962 e dalla ridistribuzione delle terre che li seguì. I pascoli tradizionali si restrinsero sotto la spinta degli agricoltori e le frontiere politiche del paese, ermeticamente chiuse, impedirono il nomadismo in uno spazio più ampio. Nel 1986, l'Iran contava 1.152.099 nomadi migranti, distribuiti in 96 tribù. Questo numero non è più che di 211.406 nel 1996.

 Al giorno d'oggi, i nomadi si dirigono all'inizio della primavera verso le regioni fredde ed in autunno, si stabiliscono nelle regioni calde. Nella lingua dei nomadi, sardsir (il paese freddo) è l'opposto di garmsir (il paese caldo). I nomadi passano l'estate nei fondi delle valli delle regioni montuose, salendo fino ai 2500 m, e l'inverno vanno a ripararsi dal freddo ai piedi dei monti e nei villaggi. In generale, la transumanza d'autunno è più breve di quella della primavera, poiché in autunno c'è meno erba ed acqua lungo l'itinerario. Per alcuni nomadi, il tragitto di primavera è diverso da quello dell'autunno.

Le emigrazioni conducono i gruppi a centinaia di chilometri dal loro luogo d'origine. Il tragitto che i nomadi fanno è diverso da un gruppo all'altro, è in generale da 200 (transumanza breve) a 600 km (transumanza lunga) e dura da 20 a 40 giorni.

Se la transumanza aveva tradizionalmente luogo a piedi, si vedono oggi, accanto alle tende, automobili che attendono il prossimo spostamento. Spettacolo colorato e sempre apprezzato dal viaggiatore è quello dei greggi di pecore e di capre che si premono nelle sfilate, mischiate alle montate ad opera di donne e di bambini, o la vista di agnelli neonati, dei bagagli dei transumanti, di tende e di calderoni.

In Iran alcune invasioni, come le invasioni turco-mongole, hanno comportato le emigrazioni, gli invasori che devastano le campagne e che costringono una parte della popolazione sedentaria a diventare nomade.

 A differenza dei deserti arabi o del Sahara percorsi dalle tribù nomadi, i deserti iraniani sono quasi disabitati, e solo i confini sono attraversati in inverno dai greggi, che si affrettano a lasciarle con l’arrivo del primo caldo. In Iran, i nomadi sono nelle montagne e non nel deserto. In ogni provincia del paese, ci sono tribù nomadi di cui le più famose sono i Bakhtiari,i Gashgai,gli Shah Savan,i Khamseh,gli Afshar, i Baluci, i Turcmeni e gli Arabi.

I Bakhtiari

 

I Bakhtiari sono d'origine iraniana. Oggi la maggioranza dei Bakhtiari abita nelle regioni del Ciarmahal va Bakhtiari e del Khuzestan. Passano l'estate nel Ciarmahal va Bakhtiari (nelle montagne dello Zagros) e l'inverno nelle pianure basse del Khuzestan. La maggior parte del Bakhtiari si esprime in luri, un dialetto persiano, e pratica il culto sciita. Segnaliamo che i Bakhtiari ebbero un ruolo importante nell'instaurazione della Costituzione nel 1907.Il tragitto montuoso dei Bakhtiari è molto difficile da percorrere,che ricorrono al mulo per spostare i loro bagagli.

I Gashgai

Il gruppo etno-linguistico dominante nel Fars è quello del Gashgai che si sono stabiliti nel Fars nel18° secolo. Sono di discendenza turca ed organizzati in una confederazione. Tradizionalmente,i Gashgai passano l'inverno ai piedi dei monti dello Zagros, a sud ed ad ovest del Fars, risalendo in primavera verso le montagne a nord della stessa regione. Il più lungo tragitto tra garmsir e sardsir è quello del Gashgai Darreh Shuri. È lungo di 670 km. Lo percorrono in 40 giorni.

    

La confederazione gashgai era sufficientemente potente nel 19° ed all'inizio del 20° secolo per svolgere un ruolo importante a livello regionale ed anche a livello nazionale, le autorità provinciali contavano su loro per garantire l'ordine e la sicurezza nelle zone rurali. All'epoca qajar (1795-1925), costituivano la potenza incontestabile della regione.

Tra il decennio 1950-60 i Gashgai, con quasi 150.000 persone, doveva costituire il più grande gruppo nomade organizzato del pianeta. Negli anni 1960 Mohammad Reza Shah ruppe il loro potere disarmandoli e nazionalizzando i loro pascoli. Da allora, molti dei Gashgai sono sedentari o sono diventati semi-nomade. Il gabbeh (un tipo di tappeto semplificato) è la specialità artigianale dei Gashgai.

Gli Shahsavan

Gli Shah Savan (letteralmente "coloro che gradiscono lo shah") abitano nella regione dell’Ardebil e si differiscono dagli altri gruppi etnici per la loro formazione a causa di una decisione governativa all'inizio del 17° secolo. Infatti, Shah Abbas І (1598-1628) creò, a partire da tribù di diverse origini, per lo più di lingua turca, una confederazione tribale che doveva servire a controllare le sommosse degli altri nomadi soprattutto quelle dei Turchi Ghezel Bash (testa rossa) che avevano una potenza considerevole nell'esercito e nel governo. Shah Abbas non avendo fiducia in loro, cercò di diminuire il loro potere. Come i Turcmeni,gli Shahsavan hanno visto il loro territorio tagliato in due dalla chiusura della frontiera con l’ex Unione Sovietica.

La transumanza di primavera dei Shahsavan dura 15 giorni (300 km) e quella d'autunno dura 45 giorni. Gli Shahsavan passano la primavera ai piedi delle montagne ed in estate salgono più su. La letteratura popolare degli Shahsavan è molto ricca. La loro specialità artigianale è il kilim suzani. Sono sciiti.

I Khamseh

La regione del Fars comprende anche una confederazione, quella dei Khamseh, formata nel 1858 dai sovrani Qajar per equilibrare la potenza dei Gashgai.I Khamseh sono una confederazione che raggruppa cinque tribù d'origine iraniana, araba e turca (Khamseh significa in Arabo "cinque"). I Khamseh sono per la maggior parte sciiti e vestono come gli Arabi.

 Oscillano tra le rive del Golfo Persico e le montagne fino ad arrivare ad Ispahan.I Khamseh erano delle  potenze temibili, facendo pesare sui cittadini che commerciavano con il golfo una minaccia che fu costante fino al 20° secolo. La politica di sedentarizzazione fu condotta qui con una certa fermezza.       

Gli Afshar

Entrati al servizio della dinastia safavide (1501-1722),gli Afshar furono portati ad occupare delle cariche nei quattro canti dell'impero. Questo condusse ad una divisione della loro popolazione. I gruppi principali si trovano nell’Azerbaigian, Qazvin, Hamedan ed in una regione tra Kerman e Bandar Abbas.Gli Afshar praticano tradizionalmente il grande nomadismo pastorale, ma molti sono diventati oggi agricoltori.

I Baluci

I nomadi più importanti a sud-est dell'Iran sono i Baluci.I  Baluci adottarono il grande nomadismo, passando l'estate sulle alture all'interno del paese e ritornando verso la costa in inverno, fino a che la riforma agraria e la sedentarizzazione non li costringe a lavorare nei centri urbani come Zahedan.I Baluci restano oggi semi-nomadi e vivono nell’estremo sud-est dell'Iran, nel Balucestan.I Baluci sono d'origine iraniana e di confessione sunnite. Cavalieri emeriti, eccellono nelle corse di cammelli.

 

I Turcmeni

 

Praticando tradizionalmente il grande nomadismo, il modo di vita dei Turcmeni era regolato dal loro ambiente geografico. Si sono resi sedentari a partire dal 1925. La chiusura della frontiera con la Russia a partire dal 1928 modificò considerevolmente il loro modo di vita. Oggi, la maggior parte dei Turcmeni sono in gran parte sedentari e sono diventati agricoltori e pescatori. Abitano nel nord-est estremo dell'Iran, nelle regione del Khorassan e del Golestan, vicino al Turcmeno Sahra.

L'adozione del sciismo come religione ufficiale in Iran fa scattare, a partire dal 1510, un ritorno in massa verso l'Iran dei nomadi Turcmeni di Anatolia,i Qara Qoyunlu e gli Aq Qoyunlu, loro così sciiti, desiderosi di lasciare  ottomano sunnita (i Turcmeni del nord-est sono sunniti).

 Fra le dieci tribù importanti, 3 si trovano oggi in Iran e 7 nella repubblica del Turkmenistan. Le tribù Qara Qoyunlu, Aq Qoyunlu e Yamut sono molto famose. La dinastia del Qara Qoyunlu governò dal 1275 al 1468 nel nord-ovest, fu sostituita in seguito dagli Aq Qoyunlu (1434-1514).

Gli Arabi

 La sede principale delle tribù arabe è ad ovest del Khuzestan nelle vicinanze dell'Iraq. Sono originari dell'Iraq, dell'Arabia Saudita e dello Yemen. Alcuni arrivarono fin dal 1° secolo ed altri dopo l'invasione araba del 7° secolo. La tribù più conosciuta si chiama bani ka'b e si è stabilita attorno agli Shatt-el - Arab.

I Bohemien

Essendo l'ultima tribù nomade del mondo,i Bohemien lasciarono l'India, verso l'anno 1000, per dirigersi verso l'ovest. La popolazione boheme è stimata da 7 ad 8 milioni (senza contare i Bohemien dell'India e del sud-est asiatico) e sono dispersi in tutti i continenti. La metà dei Bohemien vive in Europa di cui due terzi in Europa orientale. Nel nord dell'Africa, sono anche molto numerosi.

I Bohemien preferiscono essere ambulanti, questo condusse ad una divisione della loro popolazione ed il ritorno alla vita nomade. La sedentarizzazione forzata dei nomadi di Reza Shah modificò anche la loro vita. Molti tra loro vivono d'artigianato, ma la maggioranza vive di elemosine e di lavori proibiti, dicono anche con la buona ventura. In estate, vanno al nord del paese ed in inverno si stabiliscono a sud. Si trovano in particolare attorno ai centri religiosi per chiedere l’elemosina e prevedere.

In Inghilterra, sono nominati "gipsy" (cioè egiziano), in Francia "bohémiens" (originario dalla Boemia),in Italia “zingari” (dal greco medievale Atsinganoi,tribù dell’Asia Minore), in Arabia Saudita "harami" (ladro), in Egitto "Jar" (, pervertito), in Afganistan "louli" (smussato e scaricato), ed in Iran "kouli". Negli altri paesi sono nominati athées, impuri, ecc..