Vita quotidiana
L'esistenza quotidiana dei Persiani è disciplinata da tradizioni religiose e sociali profondamente radicate, come pure da fattori naturali e climatici. I lavori quotidiani, le attività di riposo, i giorni di festa e di lutto portano il segno della lunga storia della popolazione dell’altopiano iraniano. A queste abitudini comuni vengono naturalmente ad aggiungersi delle usanze locali che variano da una regione all'altra ed a seconda che ci si trovi in città o in campagna.
Svolgimento di una giornata
In Iran, la maggior parte della gente si alza prima dell'alba per la preghiera. Nelle città, il principale periodo d'attività è la mattina; gli uffici e le amministrazioni aprono verso le 8,00 del mattino per chiudere alle 14,00. I contadini allo stesso modo, si alzano particolarmente presto e fanno la maggior parte del loro lavoro nella mattinata. La vita dei nomadi è anche regolata, in generale, dallo spostamento del sole; si alzano all'alba e vanno a dormire poco dopo il crepuscolo. Il pranzo, che è il pasto principale, si fa a mezzogiorno. È seguito da un periodo di riposo; quindi il lavoro riprende fino al calar del sole.
Una volta, dopo il calar della notte, gli uomini si riunivano spesso al centro del villaggio o nelle località più importanti, al caffè o sala da tè. Dove fumavano e bevevano del tè chiaccherando con i loro amici o ascoltando narratori (naqqal). Le donne si riunivano abitualmente a parte. Attualmente, la maggior parte della gente passa alcune ore del tardo pomeriggio con la loro famiglia o con degli amici, e cena verso le nove della sera.
Abbigliamento
Nelle grandi città, la maggior parte degli uomini è al giorno d'oggi vestito all'europea con molte variazioni locali. Nei villaggi, si portano ancora abiti tradizionali con alcune modifiche di dettagli che differiscono secondo le regioni. Nella campagna, è in generale di colori vivi. Le donne portano di solito un abito su un pantalone, e le contadine hanno a volte una sciarpa sulla testa ed uno chador che li copre interamente, dalla testa ai piedi.
A Teheran e nelle grandi città, la maggior parte delle donne è vestita all'europea. Tuttavia, per recarsi nei luoghi santi o nella moschea, mettono uno chador. I capi e gli allievi delle scuole religiose portano sempre un turbante bianco comune, ma nero per i discendenti del profeta. La maggior parte degli uomini delle province orientali e del Kurdistan si mette anche il turbante. I contadini mettono sul capo abitualmente un tipo di calotta. Nelle regioni settentrionali, mettono berretti di pelle.
Vita di famiglia
la base della società Persiana è la grande famiglia, che comprende non soltanto i genitori ed i loro bambini, ma anche i nonni e gli zii, zie e cugini. Succede spesso che numerosi membri della stessa famiglia vivono sotto lo stesso tetto; ed anche quando non è il caso, restano collegati da legami stretti. La vita sociale si svolge soprattutto all'interno della famiglia, e quando un matrimonio ha luogo, tutti i parenti del nuovo coniuge si integrano nel gruppo familiare.
Nella famiglia persiana, il padre usufruisce di un rispetto e di un'autorità considerevoli; tuttavia, è attorno alla madre che si organizza la vita familiare. I genitori si occupano dei loro bambini non soltanto fino all'età adulta ma anche dopo il loro matrimonio, fino a che siano completamente sistemati nella vita. La giovane sposa di solito va a vivere nella casa della famiglia di suo marito. I bambini, che crescono nell'ambito di queste famiglie ampie, si sentono in sicurezza. I legami familiari sono, con i legami religiosi, la base essenziale della coesione e della stabilità della società persiana dove svolgono un ruolo capitale.
La donna
Per comprendere la situazione della donna in Iran, non bisogna dimenticare che la società qui è in confusione. Nonostante l'evoluzione dei costumi, l'iraniana conserva in molti domini i riflessi dei suoi antenati. Il suo mondo è un universo un po'diverso dal vostro. In Iran le donne possono mescolarsi alla vita pubblica; andare al cinema, al concerto, ai club sportivi e culturali. Per esse, le distrazioni familiari sono molto importanti; feste, matrimoni, passeggiate in famiglia, picnic. Si ricevono anche tra esse, parlando di cose utili, bevono del tè, fumano il narghillè, rubacchiando parole galanti ed a volte ballano.
Fin dal 1963, il diritto di voto è stato accordato a tutte. Nel 1967, i diritti civici furono riconosciuti loro: Possono anche lavorare senza l'accordo del loro marito. Fin d'ora numerose carriere sono aperte alle iraniane.
Da un capo all'altro dell'Iran, le donne attendono alle loro occupazioni, coperte dallo chador, un ampio tessuto spesso di colore scuro, leggero, che copre tutto il corpo,dai piedi fino alla testa. Va segnalato che lo chador non era mai obbligatorio in Iran, ed oggi non lo è neppure. Non è l'innovazione della repubblica islamica; basta infatti vedere le pitture storiche del paese per capire che le donne non lo hanno improvvisamente adottato nel 1979. Prima della rivoluzione, le donne che portavano lo chador erano più numerose!
Le iraniane della vecchia generazione non accetterebbero di uscire senza il loro chador. Il velo è un simbolo di rispettabilità al quale molte tengono ancora; è una questione di buona creanza . Le contadine, per lavorare, incrociano i lati sul petto e li legano attorno al collo. In Iran, la maggior parte delle donne mette lo chador volontariamente, coloro che sono costrette, dal loro marito o dall'amministrazione dove lavorano, sono rare. Questo riflesso tende del resto a sparire nelle grandi città in primo luogo. Le ragazze d'oggi preferiscono la sciarpa.
I turisti sono sorpresi dalla gentilezza,la vivacità e la naturalezza delle giovani donne che vengono a fare loro molte domande ed a chiedere loro di fare fotografie con loro. Questo cancella certamente dallo spirito del viaggiatore la cattiva impresssione che danno i mass media stranieri sulle iraniane.
Il matrimonio
Il matrimonio porta ai giovani una nuova vita. Al giorno d'oggi, in generale i giovani si scelgono e si mettono d'accordo, in anticipo (specialmente nelle grandi città) sul matrimonio, in seguito il giovane uomo chiede ai suoi genitori di rivendicare ufficialmente la mano della sua benamata. I genitori chiedono dunque a quelli della ragazza di fissare un appuntamento (il primo appuntamento si chiama "khaste-gari"). Se la proposta è autorizzata, le famiglie si incontrano, si parlano, e danno il permesso ai giovani di esprimere anche il loro parere.
Dopo la prima visita, i genitori della ragazza iniziano a fare un'indagine sul ragazzo. Chiedono informazioni ai suoi vicini, ai suoi amici ed ai suoi colleghi. Se le risposte sono soddisfacenti, danno il loro consenso ai genitori del ragazzo. A partire da questo momento, i giovani diventano fidanzati. Le famiglie si danno un altro appuntamento per fissare il prezzo che dovrà pagare lo sposo nel caso in cui gli sposi divorziano e la data del matrimonio (il secondo appuntamento si chiama "mahr boran": assegnare il prezzo). I fratelli, le sorelle, gli zii, le zie ed i nonni dei fidanzati sono invitati per esprimere i loro pareri. È la famiglia della fidanzata che propone il prezzo. Se il prezzo del mahrieh conviene alla famiglia del fidanzato, le due parti stabiliscono un contratto, e si fissa in fine la data del matrimonio. Questa cerimonia, alla quale assistono soltanto i membri più anziani d'età della famiglia, ha luogo di solito nella casa della giovane donna.
La vigilia del matrimonio, c'è una festa che si chiama "Hana bandan" (letteralmente, mettere la henna). Per questa festa, i parenti sono invitati. Lo sposo si siede su una sedia circondato dagli invitati, e quindi qualcuno che è capace, gli mette la henna sulla testa e sulle mani. Gli altri cantano e ballano attorno a lui. È lo stesso protocollo per la sposa che viene realizzato a parte dalle donne.
Molte famiglie non danno grande importanza al mahrieh, in compenso alcuni propongono un prezzo così tanto esagerato che il fidanzato rinuncia al matrimonio, poiché se un giorno vuole divorziare, deve pagare la cifra tranne che non sia la moglie a rinunciare. Il mahrieh è confermato dall'islam ma l'interpretazione attuale è lontano dal suo significato originale: "la donna si offre nella sua totalità all'uomo dunque l'uomo gli è sempre obbligato." Può chiedere il mahrieh quando vuole, ma l'amore coniugale è così tanto forte che la donna non lo chiede eccetto nel caso di divorzio (anche in questo caso molte donne non se ne avvalgono).
Possono passare dei mesi prima che venga celebrato il matrimonio. È una buona occasione per conoscersi meglio. Di conseguenza, i fidanzati hanno il diritto di uscire insieme senza avere rapporti intimi, poiché può succedere che i fidanzati rinunciano al matrimonio e si separano. Secondo l'islam, prima del matrimonio, non si debbono avere relazioni sessuali: " quello che rallegra il cuore sembra bello agli occhi".
Qui, la dote non è obbligatoria ma tutte le spose la portano. È considerata come una sovvenzione da parte dei genitori della sposa per l'impianto ed il benessere della giovane famiglia. Le spese delle feste del matrimonio sono in generale pagate dallo sposo. Il giorno del matrimonio la cerimonia ha luogo nell'"ufficio di matrimonio" o a domicilio. La sposa attende che il mullah gli chiede il suo consenso. Dopo due rifiuti convenzionali, accetta la terza volta. Il matrimonio è così concluso per la procura. Gli sposi, i padri ed i tre testimoni devono firmare “l'opuscolo della famiglia".
In Iran il matrimonio è religioso e le tappe ufficiali si svolgono in un "ufficio di matrimonio" disciplinato da un mullah. Le cerimonie principali sono quelle degli sposalizi e della consumazione del matrimonio, cioè, normalmente, il momento in cui la giovane donna (la sposa) è condotta al suo nuovo focolare. In questo momento hanno luogo i più grandi divertimenti.
Il matrimonio ed il divorzio sono disciplinati da una stessa legislazione sia per gli uomini che per le donne. Nel 2003, c'era un divorzio su 10 matrimoni. In Iran, è molto mal visto l’essere poligamo benché sia autorizzato dall'islam. In questo settore, una grande evoluzione è stata realizzata. Attualmente, i poligami sono molto rari. Avere un’amante è considerato come una disgrazia, ma si preferisce a volte questa soluzione al divorzio.
Per la grande maggioranza, la sterilità resta un difetto molto grave ed innumerevoli ancora sono coloro che si consegnano a diverse cure mediche e alla preghiera per scongiurarla. Succede che una donna sterile chiede a suo marito di risposarsi per avere bambini, e succede a volte che è lei stessa a chiedere la mano di una ragazza per suo marito! Se la donna è sterile e il marito decide di risposarsi, conserva la sua prima moglie e non chiede mai il divorzio. In questo caso è la donna che aveva proposto.
I bambini
I bambini restano fino all'età di 7 anni sotto l'autorità esclusiva delle donne. Fino allora, non si chiede loro molto. Gli iraniani adorano i piccoli ed i genitori si danno un gran da fare per garantire loro istruzione e benessere. Le famiglie della nuova generazione non hanno che uno o due bambini per mantenere un tenore di vita ragionevole: è facile fare bambini, ma difficile educarli.
Agli occhi degli iraniani, la famiglia conserva un'importanza considerevole. È per questo che si trova un angolo riservato alle famiglie in alcuni ristoranti. Nelle sale da tè delle campagne, a tal fine nei giardini sono disposti ai lati. È una comodità che si mette a disposizione dei clienti. In Iran, l'individuo non è mai isolato. È legato da un insieme di doveri e di diritti a questa Comunità abbastanza ampia dove tutti sono solidali.
La casa
La disposizione della casa cittadina rivela le stesse preoccupazioni. Tappeti coprono il suolo. Questa comodità a contatto con il suolo è purtroppo disconosciuta dalla gente agiata che ammucchiando i "mobili", massicci ed eccessivamente ornati fa a gara per creare invidia. In generale, nelle case in cui il suolo è coperto dal tappeto, la destinazione degli spazi non è bene definita; ciascuna può fungere di volta in volta da camera da letto, da sala da pranzo o da salone.
Prima della produzione del petrolio e del gas, gli iraniani si servivano del korsi. Il korsi iraniano è un dispositivo originale che permette a tutti di passare la cattiva stagione senza problema. Immaginate un bracere sul quale è posta una tavola bassa, coperta di una copertura immensa.Rari sono i villaggi dove il korsi è ancora utilizzato.
Meno di un secolo fa, il biruni, appartamento del padrone dove trattava i suoi affari, era rigorosamente separato dallo andaruni, settore della famiglia, quest'ultimo privato ai piccoli ragazzi e case per gente importante. Questi domestici speciali appartenevano soprattutto ai commercianti molto ricchi che alloggiavano i carovanieri ed ai dignitai di alto rango che ricevevano i funzionari. Benché quest'abitudine non sia più seguita attualmente, la parte della casa dove si tiene la famiglia e le parti di ricevimento sono sempre distinte.
L'iraniano riserva sempre le più belle parti della sua casa ai suoi ospiti anche se ciò significa che non serviranno spesso. Nelle case più modeste, c'è sempre almeno una camera per gli ospiti. La disposizione tradizionale della casa è stata naturalmente modificata, ma la separazione tra le parti dove vive la famiglia e quelle dove gli ospiti sono ricevuti è stata conservata.
Gli iraniani gradiscono i fiori ed i giardini, ed anche nei corsi di piccola dimensione, si trovano alcuni alberi, dei fiori ed un bacino. Durante la stagione calda, dopo il giorno di lavoro, gli iraniani passano di solito il pomeriggio nelle stanze fresche dello scantinato e dormono sul tetto nel terrazzo o nel cortile.
I riti funebri
Pur conservando un carattere di semplicità, le cerimonie funebri sono in generale minuziosamente regolate. Il defunto immediatamente è portato via dai suoi parenti ed dai suoi amici al cimitero; quindi è trasportato e sepolto. Secondo i precetti islamici, questi riti devono essere compiuti in modo quanto più semplice e rapido possibile. Servizi regolari sono in seguito celebrati alla memoria del defunto; ci si riunisce nella moschea, o nella casa del defunto, dove si legge il corano per l’anima del defunto. Cerimonie commemorative hanno luogo dopo il decesso: il terzo,il settimo ed il quarantesimo giorno,in seguito tutti gli anniversari. I parenti più stretti e gli amici si recano nella tomba dove si leggono nuovamente i versi del corano, ed elemosine vengono distribuiti ai poveri.
Il primo incontro
in Iran, tradizionalmente gli uomini abbracciano gli uomini e le donne abbracciano le donne, ma gli uomini non abbracciano mai le donne, e viceversa, eccetto se sono di una stessa famiglia.
Gli uomini non danno neppure la mano alle donne, e viceversa, eccetto se sono di una stessa famiglia. Tuttavia, quest'ultima non è una norma rigorosa e può variare da una famiglia all'altra. Dunque, all’inizio, i turisti non devono tendere la mano a qualcuno che non è del loro sesso, ma invece se un iraniano o un'iraniana tendono la mano ad uno (una) turista, può rispondere senza alcuna preoccupazione.